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Questo preventivo non s’ha da fare!

Qui di seguito trovate il comunicato diramato dalla Sezione del Partito, scritto da me, inerente la proposta di Preventivo per il 2015, consegnata dal Municipio ai consiglieri comunali. 

Il Municipio di Lugano ha presentato recentemente al Consiglio Comunale la proposta di preventivo per il 2015. L’obiettivo dell’esecutivo cittadino è di terminare l’anno con un disavanzo di gestione corrente di 30 milioni, a fronte di un prospettato deficit, senza alcuna misura correttiva, di 65 milioni. Ma come sezione luganese del Partito Comunista dobbiamo purtroppo registrare che, malgrado un debito ormai insostenibile, frutto anche di una passata e irresponsabile conduzione finanziaria, a fare le spese di questi risparmi sono soprattutto le fasce meno agiate della popolazione, i dipendenti comunali ed i giovani.

Sul lato dell’occupazione abbiamo tre manovre che ci vedono in disaccordo. In primo luogo il prelievo a carico dei dipendenti comunali di un contributo del 3% versato alla CPDL, già accettato dal Consiglio Comunale. In secondo luogo, la diminuzione dei posti di formazione per i giovani, che si ridurrebbero così di 25 unità. Questa è una misura gravosa e rappresenta un cattivo esempio, in quanto si andrebbero a togliere, in un contesto di crescente precarietà, importanti opportunità formative e occupazionali per i giovani. In terzo luogo, la soppressione tout court del progetto lavoro per i richiedenti d’asilo, per un mero risparmio di 100’000.-. Questi programmi occupazionali, che nel 2014 hanno fornito oltre 12’000 ore di lavoro alla città, permettono di impiegare gli asilanti in lavori utili ed apprezzati. Ciò significa oltretutto occupare gli stessi socialmente e a favore della comunità, cominciando così a integrarli nella nostra società.

Oltre a ciò rileviamo pure un sensibile aumento delle tariffe di refezione per le scuole dell’infanzia (da 3.- a 4.15.-), e per l’accesso alle mense e ai doposcuola delle stesse (da 3.- a 5.-). Per non parlare della soppressione del servizio di autobus notturni “Nottambus”, il cui costo ammonta a 60’000.- annui. Questo servizio è sempre stato utile per permettere alla gioventù luganese di tornare a casa con i trasporti pubblici durante la notte, e quindi di vivere al meglio l’offerta culturale e la movida della città. Tale provvedimento, oltre a depotenziare il servizio di trasporto pubblico, già molto carente in svariate zone di Lugano, rischia di inserirsi nel solco delle politiche anti-giovanili che sempre più piede trovano nel nostro cantone.

Siamo coscienti dell’importanza di risanare le finanze cittadine, ma i risparmi non vanno fatti sulle spalle dei dipendenti, dei ceti meno abbienti e sopprimendo servizi utili alla collettività. Bensì bisognerebbe finirla con gli investimenti in grandi opere fallimentari – come l’aeroporto di Lugano-Agno -, con gli sprechi nell’amministrazione, con una sprovveduta politica del personale legata anche a fattori clientelari, con una poco fruttuosa e trasparente elargizione di contribuiti esterni e mandati, e infine con la spropositata e inoculata gestione della città portata avanti dagli ultimi esecutivi (anche in materia di moltiplicatore).

Registriamo inoltre diverse mancanze nel preventivo: non è elencato un piano di rilancio per l’alloggio popolare (per cui vi è peraltro un’iniziativa popolare pendente); non vi è la volontà di estendere l’accesso alle mense ai redditi superiori ai 130’000.- in base al reddito, cosa già accettata dal Consiglio Comunale; non vi è una presa di coscienza del disagio sociale crescente, e di conseguenti misure sociali tese a combatterle.

Anche per questi motivi, esprimiamo la nostra contrarietà a questo preventivo. Il risanamento delle casse cittadine non deve passare dai sacrifici per i dipendenti, i giovani e le famiglie più modeste: altro si può, si deve e ci impegneremo a promuovere.

Agenti a processo: un segnale contro gli abusi e l’omertà

Qui di seguito potete leggere il comunicato scritto da me, in qualità di responsabile della sezione Luganese del Partito Comunista, a riguardo del caso dei due agenti di polizia, condannati per il pestaggio di un rumeno. 

È notizia la condanna definitiva, da parte del giudice Mauro Ermanni, dei due agenti della Polizia di Lugano che il 27 marzo dell’anno scorso picchiarono e abbandonarono un rumeno, precedentemente fermato alla stazione di Lugano, in un bosco di Arogno. La sentenza è di 18 mesi di carcere sospesi con la condizionale per un periodo di due anni.

La sezione luganese del Partito Comunista si felicita del fatto che sia stato dato seguito alla segnalazione del suddetto abuso di potere e inoltre auspica, oltre a una giusta condanna, pure che gli stessi colpevoli non vengano in alcun modo reintegrati all’interno delle forze dell’ordine. Crediamo infatti che, a fronte di un sensibile aumento di denunce rivolte contro gli abusi di Polizia, si riesca in questo modo a lanciare un segnale forte contro gli stessi e l’omertà che sovente tende a coprirli.

Il Partito Comunista è da tempo che denuncia la violenza ingiustificata e gli abusi di potere perpetrati da alcuni agenti, soprattutto nei confronti dei soggetti più vulnerabili e fragili. Per questo motivo rinnoviamo l’invito alle autorità comunali preposte, chiedendo che sia fatta luce anche sugli altri presunti abusi di potere, che non si nascondano o minimizzino tali spiacevoli eventi, che vengano fatti dei controlli più severi durante la selezione dei poliziotti, e che vi sia una maggiore sensibilizzazione degli agenti sul tema durante la formazione, per prevenire futuri casi analoghi.

[Lo stesso articolo è stato ripubblicato da TicinoLibero, dal Blog del Partito Comunista di Lugano, e da Ticino News]

Giovani? Non solo movida!

Durante la recente campagna elettorale si è parlato tanto quasi esclusivamente, nel contesto delle politiche giovanili, della movida luganese. Mojito, discoteche, orari di chiusura sono i temi che hanno monopolizzato il dibattito. Io sono il primo a desiderare una città attiva alla sera, in cui divertirmi e socializzare al meglio. Sarei un ipocrita se non ritenessi comunque importanti le questioni appena citate. Il mio intento, con questo intervento personale, è invece quello di estendere il discorso alla cultura giovanile.

Lugano, a differenza di altre realtà ticinesi, presenta già un offerta iniziale culturale di rispetto. Il punto è che si potrebbe e si dovrebbe fare di più per quel che riguarda la cultura giovanile. Bisognerebbe aumentare le proposte e migliorare quelle esistenti, affinché la città sia attrattiva per i giovani non solo di notte, ma anche nelle restanti ore della giornata. Ci sono tanti edifici vecchi e inabitati nella città che potrebbero essere restaurati e convertiti in spazi da dedicare ad attività come mostre di talenti artistici locali giovani, come sale dove poter esprimere e sviluppare il proprio talento artistico, musicale, letterario o teatrale. Si potrebbero anche organizzare piccoli festival cinematografici a prezzi ridotti dove dare spazio a registi giovani e locali. Gli stessi spazi potrebbero essere trasformati in nuovi centri giovanili, dove i ragazzi possano incontrarsi e socializzare nel weekend, partecipando ad attività che vanno dai concerti musicali ad altre attività artistiche e didattiche. Centri e attività che potrebbero essere autogestiti dai ragazzi, coinvolgendoli così più attivamente e responsabilmente. Le idee, le persone e i mezzi non mancano.

Qualcuno potrebbe obiettare: sì, ma come finanziamo tutto ciò? La mia risposta è: analizziamo gli sprechi comunali, reinvestendo i risparmi ottenuti nel Dicastero Giovani ed Eventi e nella cultura di respiro comunale. Si tratta comunque di minime spese comunali, di spese necessarie per far crescere culturalmente, personalmente e socialmente i nostri giovani. Inoltre, anche i privati, come le associazioni artistiche, potrebbero contribuire ai vari progetti.

Ciò considerato, come candidato, mi impegno per una cultura cittadina che sia per tutti e alla portata di tutti: anche per i giovani e le classi meno abbienti.

[Quest’articolo è stato pubblicato anche su Ticinonline su Ticino Libero il 10.4.2013]